Le mie Letture

Una birra a Kathmandù-Aggiornamento terremoto

on
19/05/2015

massimo_rossi

Un libro sul Nepal a firma di Massimo Rossi pubblicato dalla Casa Editrice Polaris poche settimane prima del devastante terremoto: Una birra a Kathmandù. Note di viaggio dal Nepal. Un libro per chi ci è stato e per chi vorrebbe andarci, ma ora può farlo solo attraverso le sue pagine…

E’ il reportage di un lungo percorso compiuto nella Valle di Kathmandù, costeggiando la dorsale himalayana e spingendosi sino al Terai ed il Chitwan. Uomini, paesaggi, percorsi, storia, architetture e filosofie del Nepal di oggi, purtroppo ora così profondamente ferito dal terremoto, e del Nepal di ieri in compagnia di Tucci, Bernier, Cartier-Bresson, David-Néel, Le Bon, Levi, Maraini, Toffin e molti altri.

” Leggi qui la mia prefazione  al libro di Massimo Rossi, bravissimo scrittore, grande viaggiatore e caro amico, Anna

A seguito del terribile terremoto che ha colpito il Nepal, Massimo Rossi ha scelto di devolvere interamente i diritti d’autore in solidarietà per i terremotati, cifra cui contribuisce anche la Casa Editrice Polaris con una quota parte.

 

una-birra-a-Katmandu_terremotoScrive Massimo Rossi: “Quanto è accaduto in Nepal, con le numerose vittime (stime ottimistiche parlano di 10.000), un milione di senza tetto e un patrimonio mondiale di numerosi templi e palazzi distrutti, ha fatto assumere una veste nuova al libro ‘Una birra a Kathmandù. Note di viaggio dal Nepal’ che, uscita pochi giorni prima del tragico terremoto, si trova ora a rappresentare quello che il Nepal ‘era’ poco prima del terremoto stesso, mentre rimangono sicuramente inalterate filosofie e anima di questo Paese, che nel libro ho cercato di rappresentare. Nelle ultime sue pagine racconto la mia visione dall’alto di uno dei templi più alti di Kathmandù, il Maju Deval, dedicato a Shiva, risalente al 1692 ed esempio di arte newari, e descrivo la gente che passa sotto, nella piazza. Il tempio è ora un cumulo di macerie. Mi chiedo della gente descritta cosa ne sarà stato. È mia intenzione devolvere alla popolazione nepalese l’intera quota dei diritti d’autore a me spettante, alla quale si unirà una quota parte della Casa Editrice. I fondi raccolti verranno destinati ad uno dei progetti di intervento che avrà caratteristiche di affidabilità e darà garanzie, referenti e certezza nell’uso appropriato dei fondi a lungo termine. La raccolta basata sulla vendita del libro, diluita nel tempo, consentirà di poter scegliere il progetto in un momento non caratterizzato dall’attuale caos parossistico organizzativo e istituzionale che ora avvolge l’intero Nepal, che potrebbe vanificare la raccolta disperdendo i fondi in canali incontrollabili. Chi non conosce a fondo la realtà nepalese e vuole contribuire a questa iniziativa mediante l’acquisto del libro, può richiederlo presso il suo libraio di fiducia o direttamente a  http://www.polariseditore.it/prodotto/una-birra-a-kathmandu/ .   Chi volesse contribuire in forma diversa può consultare i numerosi siti di riferimento come MSF, Unicef, Croce Rossa e Mezza Luna Rossa, Caritas, Save the Children, Agire o mediante la catena degli SMS Solidali.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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