Una lezione da una democrazia dell’America del sud
Se quel che è successo ieri, 6 gennaio 2021 con l’assalto a Capitol Hill in USA fosse avvenuto in un paese del “terzo mondo” sarebbe stato definito un tentativo di golpe. Dietro quelle immagini penose c’è purtroppo un atteggiamento che sta dilagando un po’ ovunque nel mondo: populismo, demagogia, disaffezione, delegittimazione e sfiducia verso le istituzioni, divisioni anche di fronte a una pandemia mondiale, istigazione agli istinti peggiori da parte di Trump e sovranisti nostrani che trova terreno fertile in tanti improvvisati guru della rete. La democrazia è fragile anche da noi: non diamola per scontata. Trump ha sdoganato nel suo ruolo di massima autorità del Paese che ritiene di avere la massima autorevolezza mondiale quelle “verità alternative” che più correttamente si chiamano fake news. Può sembrare strano a qualcuno, ma avremmo molto da imparare, noi mature democrazie occidentali, dalle parole di una persona straordinaria come Pepe Mùjica, ex guerrigliero nei Tupamaros, deputato, senatore ed ex Presidente dell’Uruguay: “nel mio giardino da decenni non coltivo l’odio perché ho capito che l’odio finisce per rendere stupidi, ci fa perdere obiettività, l’odio è cieco come l’amore, ma l’amore è creatore, l’odio distrugge, l’odio è diverso dalla passione…“. Ascoltate la sua definizione di libertà, di politica… “Gli uomini, le donne passano, alcune cause sopravvivono e devono trasformarsi, la sola cosa permanente è il cambiamento, ma ci vuole un’attitudine al cambiamento, a dare opportunità alle nuove generazioni, costruire, aiutare a costruire il futuro. La vita se ne va, le cause rimangono… dobbiamo ringraziare la vita, trionfare nella vita non è vincere, ma cadere e rialzarsi ogni volta“. Parole e comportamento sideralmente lontani da quelli di Mr. Trump.