I miei Libri Interviste

Una viaggiatrice ospite a Trieste

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11/08/2008

Di Chiara Meriani – Pubblicato su  “Il Tuono” – giugno 2008 

Dopo trent’anni di viaggi attraverso tutti i continenti e innumerevoli paesi, Anna Maspero, scrittrice originaria delle colline intorno al lago di Como, ha raggiunto anche Trieste, per presentare al Caffè Libreria Knulp, davvero affollato per l’occasione, il suo ultimo libro  A come Avventura, saggi sull’arte del viaggiare, FBE Edizioni,  che dietro alla forma dell’abbecedario nasconde un ricco e profondo intreccio di esperienze non solo di viaggio, ma anche di letture e di vita quotidiana.

Alcuni giorni a Trieste, certo troppo pochi per penetrare il carattere dei triestini e i segreti della loro città, ma Anna -davanti ad un piatto di “scampi alla Busara” e soprattutto alla vista spettacolare sul golfo di Trieste (in lontananza si scorge, piccolo piccolo, il castello di Miramare) si lascia scappare qualche commento. E con mia grande sorpresa, quasi scusandosi, confessa: «la prima sensazione è stata di mancanza di spazio… Non, non di certo per il modo di fare dei triestini! Per l’orizzonte: lo so è splendido, ma ognuno dentro il suo cuore si porta quel tipo d’orizzonte che ha visto da bambino, con cui ha sognato crescendo: e la mia terra sono le colline ondulate della Brianza. Troppo vasto, quest’immenso mare che si apre davanti a me, troppo a ridosso le rocce e l’altopiano… e di certo cercar parcheggio ha confermato questa mia sensazione: è la città italiana in cui ho fatto più fatica a posteggiare…» Ma sorride, e aggiunge: «Viaggiando ho imparato ad andar oltre alla prima impressione e soprattutto, cerco di cogliere l’anima di un posto anche leggendo: a Trieste mi son fatta accompagnare dai libri di Caludio Magris». L’infinito Viaggiare è, naturalmente, uno dei libri che ha preferito, ma quando Anna cita una frase dell’autore, capisco che ha colto uno degli aspetti essenziali dell’animo triestino: la questione del confine. «La frontiera è duplice, ambigua – Anna legge dal suo taccuino di appunti – talora è un ponte per incontrare l’altro, talora è una barriera per situare tutti gli altri dall’altra parte». E aggiunge: «Ho trascorso qualche giorno anche in Slovenia: il confine non c’è più ma, naturalmente, si percepisce ancora: mi è sembrato di avvicinarmi all’Oriente… E Trieste può diventare un ponte verso est. Trieste ha quest’atmosfera unica, di un luogo in cui due – e più – culture si compenetrano, dando vita a qualcosa che è “altro” dall’Italia. ». Lo si respira nell’aria, lo si vede nei modi di fare, lo si sente nei gusti del cibo: e Anna, che nel suo libro ha dedicato alcune pagine al rito tradizionale del caffè in Etiopia, si diverte a scoprire i mille modi in cui noi triestini amiamo distinguerci, anche ordinando un caffè!

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2 Comments
  1. Rispondi

    Tilahun

    18/08/2008

    Hello my dear Anna
    yesterday I met Group who came from Italy and when I told them about you, they know you well and they were very happy about your deed. For me it was great to talk with them.
    Truly yours
    Tilahun

  2. Rispondi

    maria

    01/09/2008

    … dopo aver letto il suo libro bellissimo e molto interessante ho pensato di farle pervenire queste poche righe. I suoi racconti mi hanno appassionato a tal punto che certe pagine del libro le ho rilette più volte. Sono racconti eccezionali, nei quali si scopre subito l’animo sensibile, generoso, il coraggio e soprattutto l’amore dell’autrice verso il suo prossimo. Tutto ciò mi fa pensare con commozione che lei deve essere una persona eccezionale di un’intelligenza non comune. Se tornerà ancora a Trieste sarò lieta d’incontrarla….
    Maria, nonna di una cara amica (Lettera via posta)

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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