Viaggiare a occhi aperti
Maurizio Davolio e Chiara Meriani, “Turismo Responsabile, Che cos’è, come si fa” , Touring Editore 2011
“Io Viaggio responsabile”, Touring Editore, 2011.
Due utili letture prima di decidere dove, come e con chi viaggiare: sono due libri freschi di stampa, entrambi preziosi strumenti per viaggiare a occhi aperti.
“Io Viaggio responsabile” è un libro divertente ma per nulla banale, con fumetti, diari, test e box di riflessione, indirizzato a ragazzi adolescenti: una lettura istruttiva, stimolante e interattiva prima di partire per mete vicine o lontane. “Turismo Responsabile” è un agile manuale scritto a quattro mani e rivolto invece a tutti gli appassionati di viaggio. Non vuole essere esaustivo e neppure potrebbe, visto il piccolo formato, ma proprio per questo si fa leggere con piacere, rimandando approfondimenti o suggerimenti di tipo pratico al un ricco panorama di siti web che ritroviamo nei capitoli sull’Italia e sul resto del mondo. I due autori, Chiara Meriani – giornalista e formatrice in turismo responsabile – e Maurizio Davolio – uno dei fondatori e attuale presidente di AITR – iniziano parlando della storia dell’idea di sostenibilità e responsabilità applicata al turismo: due “concetti ombrello” ormai ampiamente diffusi, anche se non altrettanto spesso attuati. In realtà sono pratiche relativamente recenti, in Italia definitesi solo negli anni ’90, che stanno ancora delineandosi attraverso un confronto aperto fra le diverse realtà che ne fanno parte. Il turismo responsabile non vuole però rimanere confinato in una nicchia, ma si rivolge anche a quello di tipo più convenzionale per “contaminarlo” e diffondere sempre di più i propri principi e valori con una ricaduta maggiore su popolazioni e territori. Ovviamente facendo la dovuta attenzione affinché l’adozione di questi principi non si riduca a una semplice e opportunistica operazione cosmetica di facciata.
Gli autori cercano poi di fare un po’ di necessaria chiarezza in un panorama dalla terminologia fin troppo ricca: turismo sostenibile, rurale, responsabile, sociale, equo e solidale, etico, accessibile, di comunità… Tutti termini similari ma non equivalenti, alla cui base è sottesa la regola anglosassone delle tre E: “Economy, Ethics, Environment”. Il libro entra quindi dentro la filosofia del viaggio responsabile: dal sogno, alla preparazione, alla partenza, al viaggio stesso in tutte le sue molteplici declinazioni. Leggendo le tante proposte di associazioni e piccoli operatori in Italia e nel resto del mondo, il turismo responsabile perde quella patina un po’ triste e sofferta che si porta appresso dai suoi inizi legati a ONG che operano nel sociale, per diventare non solo vero viaggio, ma rimanere anche una bella vacanza. Infatti è ben chiaro e ribadito il concetto che, se anche il turismo responsabile può essere un po’ meno comodo e non necessariamente più a buon mercato di altri viaggi organizzati, vuole comunque restare un’esperienza divertente e piacevole. Come sottolineano gli autori, “responsabile è l’aggettivo, turismo è il sostantivo”. Non si deve assolutamente perdere l’aspetto ludico del viaggio, perché in fondo noi tutti viaggiamo soprattutto per noi stessi e il nostro piacere. Un piacere etico e responsabile naturalmente.
Anna