Viaggiare budget o deluxe?
“Come accade al nomade, lasciamo che la nostra ricchezza sia la libertà”. Parole di Michela Manservisi, scrittrice innamorata d’Africa.
In questa frase c’è già la risposta alla domanda “Viaggiare budget o deluxe?” Perché il valore di un viaggio non si misura in base al suo costo. Il valore vero è la libertà, e cioè essere liberi di viaggiare e viaggiare liberi.
Non tutti possono permettersi di partire: il viaggio non fa parte dell’elenco dei diritti umani, ma rimane un privilegio quasi scontato di noi abitanti dei paesi ricchi. Il vero lusso è già quello di possedere un passaporto, ottenere facilmente un visto e poter partire con in tasca un biglietto di andata e ritorno e non di sola andata come accade per gli emigranti.
E poi è importante viaggiare liberi, perché il viaggio è sinonimo di libertà, di tempo a nostra disposizione, finalmente svincolato da obblighi di orari, responsabilità e doveri. Costringere il viaggio entro binari rigidi vuol dire snaturarlo.
Per viaggiare in libertà servono tempo e denaro, probabilmente in quest’ordine e meglio se combinati insieme. Certo è che senza tempo a disposizione i soldi non aiutano molto, mentre non è sempre vero il contrario.
I viaggi di lusso possono trasformarsi in una gabbia dorata che lascia poche possibilità di personalizzazione. Destinazioni e itinerari pubblicizzati come “d’élite” o “per VIP” spesso di speciale hanno soprattutto il prezzo, perché è un nonsenso parlare di viaggi per pochi e rivolgersi ai grandi numeri… l’esclusività vera non è mai troppo pubblicizzata.
Viaggi budget e senza itinerari rigidi possono invece regalare la libertà dell’andare “on the road” seguendo il proprio istinto e le proprie emozioni, adattandosi ai luoghi, agli incontri e agli accadimenti.
In fondo quale è la ricchezza vera? Avere meno bisogni, coltivare i rapporti umani, lasciare spazio ai propri sogni, soddisfare la propria immaginazione. Insomma riprendersi il tempo. E ogni tanto concedersi un viaggio senza fretta e “free”, nel senso non di “gratis” ma di “libero”, facendosi bastare l’indispensabile e magari regalandosi anche qualche piccolo straordinario lusso, budget permettendo.
Per continuare a leggere, una straordinaria avventura: Matteo Pennacchi, “Il grande sogno, il giro del mondo senza un soldo in tasca”, Piemme 1999.
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